Chiorra: “Su Russini la parata più bella. Critiche? Accetto quelle costruttive”

Dall’esperienza con i top player al grande avvio con il Taranto: il portiere Chiorra si racconta in una lunga intervista

Chiorra
Niccolò Chiorra

È stata una prima metà di stagione importante per Niccolò Chiorra, che è cresciuto tanto negli ultimi mesi ed è anche finito nella top 11 giovani di “Eleven Sports”. L’estremo difensore del Taranto ha parlato della sua carriera ai microfono di “TimeOut”. Ecco le sue parole: “Nasco attaccante. In seguito capitò di giocare in una piccola squadra, il Belmonte, ed essere schierato in porta. Nell’intervallo, il mio allenatore di allora ebbe un’intuizione: domani ti allenerai solamente tra i pali”.

LA FIORENTINA – “Sono stato dieci anni lì. Ricordo il giorno in cui arrivò una lettera a casa dei miei genitori, che mi convocava per gli allenamenti. Pensavo a uno scherzo, invece era tutto vero. Mi sembrava impossibile poter giocare nella squadra della mia città. Poi c’è stata la possibilità di lavorare con la prima squadra: il ritiro a Moena, la tournée americana. Ero in panchina durante l’amichevole con l’Arsenal di Ozil e Aubameyang. Vedere tanti campioni così da vicino fa una certa impressione. Vlahovic? A me non ha stupito affatto, faceva differenza in quella categoria e davanti alla porta non sbagliava mai. È stato sempre considerato un giocatore molto forte. Per la sua stazza fisica sembrava un adulto che si allenava con tanti ragazzi come noi”.

BILANCIO – “Le ambizioni e le aspettative ci sono sempre state anche se l’aspetto più importante è stato crescere e migliorare. Farlo in una piazza importante come Taranto vale di più. Mi piace il fatto che ogni gara qui sia molto sentita. Penso di avere avuto un rendimento costante, senza particolari picchi positivi e negativi. Resta il fatto che un giovane come me non debba fermarsi a un buon girone d’andata, ma confermarsi in futuro e progredire. La parata più bella? Con il Catania su Russini. Si era sull’1-0 per noi”.

CRITICHE – “Sono abbastanza obiettivo da pensare che le critiche facciano parte dello sport e del calcio. Poi ci sono quelle che analizzo come costruttive e possono valere come stimolo. Quelle che vanno sul personale sinceramente provo a farmele scivolare di dosso”.

UNIVERSITÀ – “Finora ho dato due esami. Non è una scelta fuori dagli schemi perché i miei genitori hanno sempre desiderato che avessi un buon percorso scolastico e in questo mi hanno seguito con assidua attenzione. Ottenere una laurea è un mio obiettivo perché nella vita credo sia saggio lasciare aperte più strade possibili. Da adulto, sinceramente, non mi vedo allenatore o direttore sportivo. Credo che sceglierò una via differente rispetto al calcio”.

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