Due pesi e due misure: Taranto vuole rispetto

Da alcuni arbitraggi rivedibili alle clamorose decisioni da parte del Giudice sportivo e della Procura, che ieri hanno certificato di applicare sentenze diverse a seconda della società presa in esame. La parola d’ordine lanciata dal direttore Montervino in conferenza deve rimbombare nei Palazzi delle alte sfere

Foto Massimo Todaro

“Non abbiamo mai protestato fino ad ora ma siamo stanchi, vogliamo un giudizio paritario e rispetto”, così ha esordito il direttore Francesco Montervino nella conferenza post gara ad Avellino e questa è la summa dello stato d’animo di ogni tifoso, appassionato ed interessato del Taranto in questo periodo. Otto giorni fa, il primo segnale chiaro si è palesato davanti agli occhi increduli dei più: Taranto multato ed indagato per i cori contro i Baresi. Uno scherzo di Halloween arrivato in ritardo, che invece è solo una beffa, la concretizzazione del buonismo più becero ai nostri danni.

“La Serie C funziona così” ha detto qualche puro di cuore o forse un po’ ingenuo. Chi è abituato a seguire, anche solo da appassionato, il calcio a Taranto da qualche decennio, però, sapeva già che quelle erano constatazioni superflue e stucchevoli. Nella serata di ieri, infatti, la scontata ed amara conferma è arrivata puntuale. Non una riga, non un monito, neanche una parola impiegata per sanzionare, redarguire o ammonire gli Avellinesi che per tutta la partita hanno intonato il classico “Chi non salta insieme a noi è Tarantino” o “Tarantino pezzi di m…”, neanche un commento sdegnato verso i Foggiani che, non si sa bene per quale motivo, hanno festeggiato e cantato insieme ai propri beniamini “Chi non salta è Catanese”, che soprattutto in un momento così difficile per quel popolo, colpito dal noto nubifragio passato alle cronache nei giorni scorsi, pare di cattivo gusto. Nel mentre, un arbitraggio discutibile nella gara del Partenio-Lombardi che ha mandato su tutte le furie la società rossoblu.

L’immagine dei due pesi e delle due misure attuate durante il match ed un paio di giorni dopo nelle stanze della Giustizia Sportiva, sta tutta nella punizione di Sbraga, già di generosa assegnazione e sulla quale, giustamente, i calciatori rossoblu hanno rispettato la distanza stabilita dal direttore di gara. Su quella di Giovinco nel secondo tempo, al contrario, l’esterno biancoverde Kanoute ha potuto saltare a due, massimo tre, metri dal pallone senza neanche essere ammonito e senza che venisse data la possibilità al trequartista torinese di ripeterla. Lo sappiamo, è sempre stato così e probabilmente la situazione non cambierà mai. Anche negli anni passati nessuna protesta ha funzionato, anzi è risultata deleteria, ma subire senza protestare equivarrebbe a dare un tacito consenso al “Palazzo” a continuare ad infliggerci questo immotivato trattamento. Non vogliamo favori, solo parità di trattamento e, come detto sabato dal direttore, vogliamo il rispetto che Taranto ed i Tarantini meritano.

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