Emergenza attacco: il peccato originale del mercato, colpito dalla sfortuna

Con Saraniti ed Italeng ai box, il reparto offensivo rossoblu è rimasto totalmente scoperto. Un rischio calcolato in sede di mercato che si è ritorto contro il sodalizio ionico, ma il ds Montervino rassicura: “Solo un incompetente non prenderebbe una punta nel mercato di gennaio”

Foto Taranto FC

Nell’attesa di buone nuove dall’infermeria, il Taranto si prepara ad affrontare il Catania, parso in gran forma nell’ultimo periodo nonostante le vicissitudini giudiziarie che lo attanagliano. I rossoblu contro il club etneo, corrono il rischio di dover disputare la terza gara consecutiva senza una punta di ruolo, dovendosi nuovamente arrangiare con estemporanei cambi di ruolo e soluzioni obbligate che, ovviamente, non stanno dando la possibilità alla squadra di esprimersi nel migliore dei modi.
Parliamoci chiaro, contro due avversari con obiettivi più ambiziosi dei nostri quali Avellino e Monopoli, non ci si potevano aspettare vittorie facili o prestazioni scintillanti, ma è stato un peccato non potersela giocare con una formazione consona, che avrebbe messo in campo un gioco più armonioso e qualche occasione da gol in più.

I rossoblu orfani di Andrea Saraniti, soffrono non solo la mancanza dei suoi gol (quattro fin qui), ma soprattutto la sua esperienza nel far salire la squadra ed il suo essenziale contributo nel rendere fluida la manovra, anche quando bisogna spazzare la palla in avanti. Insomma, serve quel tipo di centravanti che tanto è caro al gioco di mister Laterza e che si è, infatti, integrato alla perfezione fin da subito nelle idee del tecnico fasanese. La domanda sorge spontanea e doverosa: ci si può affidare ad un solo uomo per una stagione intera, composta da ben trentotto gare? Il direttore Montervino in conferenza si è giustamente appellato alla sfortuna, ricordando che oltre all’ariete palermitano sono rimasti ai box anche due giovani interessanti e dal sicuro potenziale, ovvero Italeng e Santarpia. Per una dirigenza che, lo si è visto nella passata stagione, fa della cura dei dettagli il proprio principale punto di forza, sembra però fin troppo semplicistico recriminare solo sulla malasorte.

Antonio Santarpia è un calciatore minuto, dal baricentro basso e che fa della rapidità e dell’agilità la sua arma migliore quindi aggiungerlo al computo dei centravanti, soprattutto in un 4231 che ha bisogno di una boa centrale che faccia da punto di riferimento, è fuori luogo. Lo scugnizzo di Castellammare è un’ottima pedina, soprattutto a partita in corso come contro l’Andria, che può infilare le difese avversarie stanche, dando vivacità alla trequarti ionica sia da esterno, che in appoggio ad un attaccante di peso. Ad Avellino si sono visti tutti i suoi limiti nell’affrontare da unica punta le difese arcigne ed esperte della Serie C e quindi è un’ipotesi sì da valutare in casi di emergenza, ma che difficilmente risolverebbe l’attuale problema.

Jonathan Italeng, dal canto suo, ha dato prova di tutto il suo talento soprattutto nella pre-season, certo in partite di poco conto e con avversari inferiori, ma facendo vedere ottimi movimenti da centravanti puro ed un buon fiuto del gol. Il campionato è però profondamente diverso ed il giovane camerunense ha bisogno di crescere con calma, senza pressioni, sfruttando i minuti che mister Laterza gli darà non appena sarà nuovamente arruolabile. Sin dal primo minuto è parso ai più un azzardo affiancare solo il classe 2001 al più esperto compagno di reparto, non per mancanze qualitative quanto numeriche. Non entriamo nei discorsi di budget, sacrosanti al primo anno di Serie C, ma forse la distribuzione delle pedine nei vari reparti poteva essere pianificata un po’ meglio. “Solo un incompetente non prenderebbe una punta nel mercato di gennaio” ha tuonato il direttore sportivo, ma forse al di là degli infortuni, era fin troppo prevedibile la necessità di una terza punta di peso, in grado di preservare fisicamente Saraniti che, nonostante non lo dimostri in campo per quanto si sacrifica al servizio della squadra, ha comunque trentatrè anni compiuti.

L’augurio è che nella prossima gara almeno una pedina possa tornare a disposizione, affinchè il sacrificio e l’abnegazione di tutti i giocatori nelle prime dodici partite, non venga vanificato dall’assenza di un perno offensivo che possa far tornare il Taranto bello e vincente anche nelle sei partite che ci dividono dal calciomercato invernale.

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