Il derby una generazione dopo: goderselo al di là del risultato

C’è chi parte sconfitto e chi si fascia la testa prima di rompersela. Dopo 29 anni torna Bari-Taranto ed è tempo solo di respirare nuovamente l’aria del calcio che conta, anche se il CASMS non permette di farlo pienamente

Ci sarebbe tanto, troppo, da dire su Bari-Taranto. Per entrambe le tifoserie, quelle vere, non quelle da social network, il vero derby, uno dei più sentiti ed accesi d’Italia. Forse troppo per gli organi competenti ed ecco la tagliola: derby vietato ai residenti nel capoluogo ionico. Ennesima beffa, ovviamente del tutto pronosticabile, ma che lascia comunque l’amaro in bocca. Inutile spendere ulteriori righe su un calcio che ormai è un lontano parente di quello che ci ha fatto innamorare e che non possiamo più vivere. Menzione d’onore per i gruppi organizzati biancorossi che hanno deciso di non effettuare coreografie come forma di protesta, ma ora chiudiamo la pagina del match sugli spalti ed apriamo quella del calcio giocato, o meglio da giocare.

Il Taranto probabimente ritroverà la pedina fondamentale e punto cardine della squadra, ovvero Andrea Saraniti che non sarà un goleador ma fa girare la squadra alla perfezione, basti guardare la vittoria contro il Palermo ed il pari di Foggia per capire quanto influisca sulla prestazione di tutta la formazione. Oltre a lui si rivedrà anche Gigi Falcone, carico come non mai per questo scontro, per lui che fin da subito ha fatto suoi a trecentosessanta gradi i colori rossoblu e l’ha fatto capire ancora una volta nelle dichiarazioni di un paio di giorni fa. Questo è un gruppo che, come ripetuto fino alla nausea, sopperisce a qualche carenza tecnica con la voglia, la grinta ed il senso d’appartenenza e sul fatto che la maglia a fine partita sarà come al solito sudata, ci possiamo mettere fin da subito la mano sul fuoco.

Tutti i calciatori, nessuno escluso, ma soprattutto per chi è a Taranto dalla scorsa stagione, sa cosa vuol dire per la piazza questa partita, sa di dover mettere in campo più del solito, di dover superare i limiti e di dover gettare il cuore oltre l’ostacolo. Meglio astenersi dunque dal rovinarsi un derby così sentito ed atteso pensando unicamente alla disparità tra i due organici, al distacco in classifica ed a quello che potrà essere il risultato finale.

Al di là di quello che sarà il punteggio, bisogna chiedere solo ai calciatori di onorare una partita così importante, con una prestazione degna tale da lasciare comunque un bel ricordo di questa tanto agognata gara. Il resto lo farà la spinta rossoblu: da casa per chi sarà costretto a restarci, dal “San Nicola” nel caso dei fuorisede che stanno ultimando i preparativi per non far mancare il rosso ed il blu sugli spalti dello stadio barese. Ora, sempre e più che mai in questi giorni, forza Taranto e, in barba alla censura, chi non salta è un Barese!

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