Joao Rafael: “Volevo essere il nuovo David Luiz, poi il volley mi ha cambiato la vita”

L’opposto Joao Rafael si racconta: “Giocavo a calcio ma con il volley c’è stato un colpo di fulmine che mi ha cambiato la vita”

Foto: Gioiella Prisma Taranto

In un’intervista concessa a “Timeout”, l’opposto Joao Rafael della Gioiella Prisma Taranto ha raccontato un aneddoto della sua infanzia. Ecco le sue parole: “Avevo 10 anni e come quasi tutti i bambini di quell’età giocavo a calcio. Il Brasile era fresco campione del mondo con il titolo conquistato l’anno prima in Giappone ed io volevo diventare il nuovo David Luiz. Ero un difensore con propensioni offensive, o almeno credevo di esserlo”.

IL PASSAGGIO ALLA PALLAVOLO – “Un giorno mio zio Marcos decise di prendermi per mano e accompagnarmi ad un allenamento di prova in una squadra di volley. In quegli anni la pallavolo era già molto popolare in Brasile. La Nazionale stava per aprire un ciclo prodigioso infarcita com’era di campioni. Quella prova andò alla grande, le mie doti fisiche ben si prestavano alla nuova attività sportiva e non passarono inosservate, fui preso. È stato un colpo di fulmine che mi ha cambiato per sempre la vita”.

LA PRISMA – “Praticamente, a parte il giovanissimo Gabriele Laurenzano, conoscevo già tutti. Con i miei compagni c’è empatia, spirito di gruppo ed unità di intenti. Lo so, sembrano parole banali, trite e ritrite, ma è davvero cìs. Con Randazzo e Sabbi abbiamo condiviso l’esperienza di Molfetta, con Di Martino quella di Sora, mentre con gli altri mi sono sempre confrontato a viso aperto sui campi di tutta la penisola. Questo è un gruppo solido che può crescere e realizzare il sogno di una intera comunità”.

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