Taranto: quello che c’è e quello che manca
Il ritiro è stato svolto praticamente nella sua interezza senza la punta di peso che resta da tempo un obiettivo. Servono tasselli d’esperienza
Calcio d’agosto non ti conosco è il detto più ricorrente tra gli appassionati dello sport più bello del mondo mentre seguono le amichevoli sotto all’ombrellone e, se le prime sgambate sono inutili da analizzare sia quando vengono realizzate valanghe di reti ma anche quando lo score resta sullo zero, è altresì corretto pensare che possano dare una prima impressione, a livello tecnico e tattico, sul Taranto che verrà.
Il portiere under resta un’incognita ed è un primo segnale che evidenzia un cambio di rotta improvviso e non preventivato, soprattutto rispetto a quanto dichiarato qualche settimana fa dal direttore sportivo Nicola Dionisio. Potrà rivelarsi una scelta azzeccata, che consentirà di accumulare minutaggio senza risentirne nei risultati, ma il rischio è quello di trovarsi dinanzi ad un peccato originale rimediabile solo nella stagione successiva.
La linea difensiva presenta indubbiamente diverse garanzie come il probabile prossimo capitano, Antonio Ferrara, riconfermato e sempre più un fedelissimo della compagine ionica, ma anche il suo “concorrente” Vincent De Maria che nella passata stagione, tra altri e bassi, è stato una nota lieta e che ha sicuramente più duttilità tattica rispetto al suo compagno di reparto, riuscendo ad occupare anche la posizione di esterno di centrocampo. Antonio Granata è senza dubbio uno dei colpi più riusciti della gestione Montervino: un arrivo aspramente criticato dalla piazza in quanto retrocesso in Eccellenza nella precedente annata, ma che si è conquistato la titolarità a suon di eccellenti prestazioni e che consente di accumulare minutaggio, essendo un classe 2000. Marco Manetta sembra dare solidità ed esperienza ad un reparto che altrimenti sarebbe troppo giovane. L’italo-brasiliano Matias Antonini Lui potrebbe essere una gradita sorpresa, reduce da un sontuoso campionato di Serie D nel Ravenna con trentotto presenze e ben sei gol segnati. Le lacune sembrerebbero però palesarsi per il terzino destro, che ad oggi non ha elementi di ruolo ed è stato affidato agli “adattati” Evangelisti e Brandi, difensori centrali di mestiere, che si impegnano tanto ma che potrebbero non dare affidabilità in un campionato complicato come la Serie C.
Per il centrocampo si attende la firma, pare imminente, di Carlos Jatobà che darà senza dubbio qualità, quantità, esperienza, carattere e consapevolezza a quello che sembra essere il reparto più attrezzato della rosa fino ad ora a disposizione di mister Di Costanzo. Accanto a lui l’educatissimo mancino di Alessandro Provenzano, uno dei pochi registi passati dalle parti della città dei due mari negli ultimi decenni, può dare affidabilità e grande spessore tecnico alla parte nevralgica del gioco. A scalpitare dalla panchina, due giovani di valore che potranno crescere con calma: Valerio Labriola, una lieta riconferma, e Leonardo Mazza che ha catalizzato le attenzioni del tecnico ex Brindisi che punta tanto in lui. Da sciogliere il nodo Diaby, valutato attentamente negli ultimi giorni per capire se potrà ancora dare garanzie fisiche dopo il bruttissimo infortunio di undici mesi fa. Joseph Minala, intanto, fissa il telefono da giorni in attesa di una chiamata. Pare abbia accettato di buon grado il passaggio in rossoblu qualche settimana fa, ma per ora è stato messo in stand-by dalla dirigenza.
Le ali sembrano ancora un reparto non del tutto coperto. Qualità a iosa con Michele Guida e Stefano D’Egidio che prenderanno parte però al primo campionato professionistico, una sorta di terno al lotto nonostante facciano ben sperare. Manca almeno un elemento di esperienza, che ci si augura possa essere legato all’addio di Mario Pacilli, difficile da sbloccare a causa delle richieste dell’ex Casertana. I rincalzi rispondono al nome di Gianluca Mastromonaco, che bene si può sposare al 4-4-2 fino ad ora proposto dall’allenatore ionico, e Clemente Crisci che si è ben comportato nelle prime uscite ma resta un punto interrogativo.
L’attacco è l’incognita maggiore, che può cambiare la percezione di qualità e forza della rosa a disposizione. Di Giuseppe La Monica si dice un gran bene e può rappresentare la rivelazione del campionato, come tutti gli appassionati si augurano. Una scommessa che una squadra senza l’assillo della vittoria può fare senza problemi. Le fiches giocate dal direttore Dionisio sono però diverse se pensiamo che gli altri elementi in questo reparto sono Matteo Panattoni, al primo anno in una prima squadra dopo l’ottima esperienza nella Primavera del Pisa, ed i calciatori in prova ovvero Francesco Pio Petito, un giovane centrocampista adattato in quel ruolo, ed Ismaila Badjè che difficilmente verrà tesserato in quanto extracomunitario (il regolamento di Serie C consente di tesserare solo extracomunitari che abbiano vinto con la squadra d’appartenenza il campionato di Serie D). Giocando verosimilmente con il 4-4-2 servono due tasselli che possano dare gol, affidabilità e carattere al comparto offensivo, ma attualmente sembra che il Taranto sia intenzionato a tesserarne solo uno, visto l’accantonamento di Andrea Cocco dopo il forte ingresso nella trattativa per Michele Vano.
In sintesi la rosa attuale ha tante buone intenzioni, ma poche certezze. La spina dorsale della squadra rappresentata dalle coppie Manetta-Granata e Provenzano-Jatobà sembra dare sicurezza, ma sono abbastanza visibili le mancanze sugli esterni ed in attacco. Tre o quattro acquisti mirati ed over, potranno aggiungere alla rosa ciò che manca e conferire una percezione diversa del mercato che, ad oggi, sta deludendo una piazza disillusa e molto scettica. Il mercato durerà ancora un mese ed il tempo per completarlo in maniera soddisfacente non manca.