Taranto, tra spettri e dubbi. A cosa ambire davvero?

Gli spettri della scorsa stagione e i soliti quesiti. Questo Taranto ha le giuste potenzialità per emergere e non ripetere quanto vissuto con apprensione lo scorso anno dopo un girone d’andata sopra le aspettative, proprio come accaduto in questa prima parte di campionato

Foto: Taranto Fc 1927

Sembra quasi un déjà-vu della passata stagione quello che il Taranto sta vivendo da cinque giornate a questa parte. Dopo la preziosa vittoria di Messina, la squadra jonica ha avuto un evidente inflessione nelle ultime uscite, nelle quali ha collezionato ben quattro pareggi a reti inviolate e la sconfitta, prevedibile, sul campo della capolista Catanzaro. 

Il dato importante è quello relativo alla solidità difensiva. Se all’inizio della stagione questa squadra era, metaforicamente parlando, uno scolapasta, ad oggi la situazione è nettamente invertita. Con la gestione Capuano è sotto gli occhi di tutti che la fase difensiva migliora gara dopo gara, anche se c’è da dire che, aldilà di tutto, il Taranto ha affrontato squadre in difficoltà o comunque non troppo prolifiche, ma l’unica rete subita contro la corazzata Catanzaro, dimostra come il lavoro del tecnico campano stia portando i suoi frutti. Il vero problema, però, è che questa squadra sembra non sappia più far goal. Dopo le due reti di Messina, i rossoblù sono rimasti a secco senza riuscire più ad andare in rete dalla gara casalinga contro il Monopoli in poi, a volte per sfortuna (Andria docet) e altre per la quasi totale assenza di conclusioni nello specchio della porta, proprio come avvenuto contro la Gelbison. 

C’è da preoccuparsi? Teoricamente, la risposta è assolutamente negativa. Come più volte ribadito, il Taranto ha come obiettivo principale quello di mantenere la categoria e per arrivare alla fatidica “quota salvezza”, mancano probabilmente una dozzina di punti. L’aggravante, però, è il mercato invernale che il Taranto ha fatto. Il direttore sportivo Luca Evangelisti ha stupito tutti, lavorando in sordina e portando in riva allo Ionio giocatori importanti per fare il salto di qualità che lo scorso anno non era avvenuto. Nella passata stagione, infatti, rispetto alle concorrenti, il Taranto uscì dalla sessione del mercato di riparazione abbastanza indebolito e i risultati furono disastrosi rispetto a quelli collezionati nel girone d’andata. Quest’anno, invece, la situazione è differente. Capuano ha a disposizione un’organico più forte e completo rispetto a quello con cui ha fatto un vero e proprio miracolo nella prima metà di campionato, ma, com’è scontato che sia, contro la Gelbison dagli spalti sono arrivati i primi mugugni dei fedelissimi che stanno seguendo la squadra presenziando lo Iacovone. 

E ovviamente, si ritorna troppo spesso a farsi la solita domanda: è più importante vincere o fare minutaggio? Apparentemente, per qualsiasi squadra del mondo, vincere è l’unica cosa che davvero conta in un campionato, a prescindere dagli obiettivi. Tener dentro un under a centrocampo (Labriola) che commette ripetutamente errori su errori, per sacrificare un over (Crecco) e metterne un altro (Provenzano) senza dare segnali di voler vincere con l’esperienza, che in questa categoria è fondamentale, quasi sicuramente è la colpa dei mancati successi. Provare coraggiosamente un nuovo assetto tattico, passando al 3-4-1-2 come fatto a gara in corso da Capuano significa avere le capacità e l’esperienza di rischiare, ma vanificare i rischi presi commettendo errori di perseveranza inizia a diventare deleterio per una squadra che ora più che mai ha bisogno di vincere per staccarsi definitivamente dalla zona play-out.

La gara infrasettimanale di Foggia rappresenterà per il Taranto un duro banco di prova. Nel derby si dovrà prendere nota di tanti aspetti, dalla ricerca di ulteriori conferme in difesa, fino alle risposte che tutti si attendono dal reparto avanzato e dai nuovi arrivati. Continuare il filotto di risultati utili a Foggia sarebbe sicuramente importante, sia per la difficoltà dell’avversario, quanto per non perdere il focus sugli obiettivi prefissati in vista della delicata sfida di domenica contro il Latina. Assodato che il 3-5-2 è il modulo imprescindibile, come giustamente affermato dal mister in qualche conferenza addietro, la condizione di gara si trova solo giocando. Proprio per questo, forse è arrivato il momento di rimettere in campo un giocatore che si è dimostrato fondamentale nel spostare gli equilibri in mezzo al campo come Aboubakar Diaby, che contro la Gelbison ha effettuato un riscaldamento durato più di un’ora senza però calcare il terreno di gioco. Se realmente la società ha dato via libera a Capuano di bypassare il minutaggio, quella di Foggia è proprio la partita in cui avere 11 over in campo, potrebbe fare la differenza e chissà, bissare lo straordinario successo di Pescara che fece estasiare i tifosi jonici. 

Capuano ha dimostrato più volte di essere l’allenatore giusto per questa squadra ed il calcio è fatto di alti e bassi, ma ora l’esperienza deve essere la chiave, dentro e fuori dal campo, per raggiungere quanto prima la salvezza e lottare per prendersi un piazzamento nei play-off, che, utili o meno, sono lì, così com’è lì il quarto posto che dista solo sei lunghezze, e perciò non devono essere persi di vista per alcun motivo.

Ti potrebbe interessare anche...

error: Contenuto protetto!!