Verso Taranto-Picerno: non chiamatela rivalità, solo onestà intellettuale

Dall’aggressione del 2019 con steward armati di tirapugni, agli illeciti sportivi puniti in maniera blanda, passando per gli attacchi alla comunità tarantina. Una società che, per forza di cose, non ha fatto nulla per risultare simpatica, si appresta a tornare allo “Iacovone”

Un paesino di 5767 abitanti, molto meno popoloso di qualsiasi quartiere di Taranto, non può e non deve essere ricondotto ad una rivalità, soprattutto in un campionato in cui finalmente i tifosi ionici hanno nuovamente il piacere di affrontare città e piazze dal grande blasone quali Palermo, Catania, Catanzaro ed Avellino, per citarne qualcuna. Gli attriti sono però, purtroppo, doverosi in quanto la storia che ha visto il capoluogo ionico intrecciarsi con la piccola località in provincia di Potenza sono ricchi di episodi controversi e dichiarazioni forti. Tutto ha inizio nella stagione 2018/19, quando il Taranto si trova al secondo posto e deve vedersela contro una squadra inaspettatamente molto forte, talmente forte da non perdere praticamente mai, una compagine degna del Real Madrid dei Galacticos il quale nome risulta inedito, soprattutto se si parla di calcio, anzichè di salumi, fiore all’occhiello della ridente comunità lucana. Eppure questa squadra riuscirà ad essere promossa in Serie C tra l’incredulità generale.

Facendo un passo indietro bisogna però ricordare un episodio accaduto il 18 aprile 2019. Si gioca Picerno-Taranto, gara in cui la squadra locale con un pareggio avrebbe festeggiato la promozione matematica in Serie C, mentre gli ionici oltre a volergliela negare, sono in lotta per il miglior piazzamento possibile in vista degli inutili playoff. Il duplice fischio del sig. Delrio di Reggio Emilia comanda ai ventidue in campo di tornare negli angusti spogliatoi picernesi ma, proprio mentre i rossoblu si accingevano a farlo uno steward lucano, che poi risulterà provenire da Salerno, decide bene di aggredire Favetta, Manzo e Croce con un tirapugni, vantandosene poi sui social fieramente. La ridicola punizione per un gesto di tale gravità è di tre miseri punti, che ovviamente non hanno poi impedito alla società dell’italo-americano presidente Curcio, di salire ugualmente di categoria per la seconda volta in pochi giorni. Ciliegina sulla torta: l’espulsione in quella gara di Croce, reo di aver cercato di divincolarsi da tale becera aggressione. Mai una scusa, nè una parola a riguardo dalla società lucana e si va avanti.

Nella stessa stagione i rossoblu lucani si sono macchiati anche di un peccato, se possibile, ancor più grave. Nel cruciale match contro il Bitonto dei vari Patierno e Picci, che avrebbe potuto rappresentare una seria difficoltà per i ragazzi allenati da Giacomarro, i rossoblu riescono infatti a vincere ancora. Insomma, davvero una corazzata. Peccato che un anno più tardi, dopo che il Picerno ha regolarmente disputato un campionato di Serie C, viene accertata la combine tra le due squadre. Retrocessione d’ufficio in D per i lucani che, senza neanche un punto di penalizzazione, si trovano nuovamente nel girone in cui c’è anche il Taranto.
L’avvio è stentato e la squadra costruita all’ultimo minuto. La distanza con la compagine costruita dal ds Montervino e dal mister Laterza è infatti importante anche perchè intanto gli ionici sono stabilmente al primo posto della classifica fin dalle prime battute del campionato. Nel girone di ritorno, però, un vero e proprio miracolo sportivo riporta i lucani a poche lunghezze da Marsili e compagni e, dover lottare ancora una volta contro una squadra che per di più non ha ricevuto neanche un punto di penalizzazione a seguito di una combine, scalda ovviamente il clima e la tifoseria tarantina rimugina sul passato pensando, a giusta ragione o meno, di subire l’ennesima ingiustizia.

Le frecciatine tra i due ds si sprecano, i commenti sui social impazzano e, complice un mezzo suicidio casalingo degli ionici contro il Portici, si arriva all’ultima gara con un solo punto di distanza. Ergo, il Taranto se non vince la difficilissima gara contro il Lavello, da disputare a Venosa, potrà dire nuovamente e beffardamente addio alla Serie C. La settimana che precede la gara è tesissima e dopo il gol di Santarpia la torcida rossoblu si scatena. Nei festeggiamenti volano parole e scritte grosse, goliardia da tifosi, ma il direttore sportivo del Picerno, Greco, grida allo scandalo e, forse inconsapevole del passato molto poco invidiabile della società per la quale lavora, inizia ad inveire contro la comunità tarantina, tacciandola addirittura di avere un tasso di criminalità esagerato. Insomma secondo il ds lucano ha perso il campionato contro la Medellin degli anni Ottanta, che stranamente ha un tasso di criminalità superiore ad una località di 5000 anime, e questo proprio non gli va giù.

Il finale ci porta ai giorni nostri: Picerno ripescato in Serie C, perchè quando la dea bendata decide di dover premiare una squadra lo fa nonostante il passato poco glorioso e la sconfitta sul campo. Che vinca dunque il migliore nel match di domenica prossima con fischio d’inizio alle ore 14.30, che non sarà una partita attesa, nè sentita, ma sarà solo un incontro che la maggior parte dei tifosi tarantini non avrebbe semplicemente voluto rivivere.

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