Taranto: animi tesi e silenzio stampa. Cosa bolle in pentola?

Dopo i dibattiti sul tema stadio e l’attacco del sindaco Melucci al presidente Giove, come chiudere la giornata se non con una pesante sconfitta? Taranto non merita tutto ciò, ora è arrivato il momento per tutti di darsi una svegliata

Foto Taranto Fc 1927

Una giornata che sicuramente non inizia nel migliore dei modi per il sodalizio jonico, dopo un duro attacco del sindaco Melucci al presidente Massimo Giove sulla questione stadio, a chiosa di una settimana abbastanza travagliata e dibattuta in merito a questa tematica.

Come se non bastasse, i rossoblù, di scena al “Partenio” di Avellino, escono sconfitti pesantemente con un netto 4-0, la peggior sconfitta stagionale fin ora dopo i 3-0 contro Catanzaro, Gelbison e Virtus Francavilla. Con le tre reti subite domenica scorsa, il tabellino recita 7 goal incassati e nemmeno uno realizzato. Per altro, se nel derby con la Virtus la sconfitta poteva ritenersi immeritata, oggi c’è poco da recriminare. Una squadra arrendevole in fase offensiva e carente nelle solite e risapute lacune difensive, condite anche da valutazioni arbitrali molto discutibili che però sono ormai diventate l’alibi perfetto per ogni misera figura collezionata in questa prima parte di campionato.

Gli animi tesi nel finale di gara, con tanto di urla e rumori uditi dai presenti, ed il silenzio stampa sono la testimonianza che più di qualcosa non sta andando come si sperava, ma come era anche palese aspettarsi. Grave errore quello di affidarsi a gente ormai a fine carriera, il cui curriculum recente non lasciava pensare a nulla di buono e, come volevasi dimostrare, il guaio più grande è stato fatto nel momento in cui si è costruita questa squadra con l’ambizione di vedere “11 giocatori che corrono dall’inizio alla fine”, senza pensare che nel calcio non basta la corsa e l’impegno, ma anche la tecnica, l’esperienza e la “cazzimma”, soprattutto quando ci si deve salvare con le unghie e con i denti.

Affidare successivamente la squadra a mister Capuano era per molti un suicidio già scritto, per altri la scelta migliore nel periodo peggiore, e tra alti e bassi, con tutte le difficoltà del caso, è stato fatto anche più di quello che si sarebbe potuto fare con le prerogative iniziali. Ma l’effetto della lieve “cura Capuano” sembra stia pian piano terminando e dopo due gare in cui si poteva ancora riuscire a strappare qualche punticino, ci si avvia ad una settimana di fuoco, nella quale i rossoblù affronteranno le corazzate Crotone e Pescara.

Che stia bollendo qualcosa in pentola o meno, la sostanza non cambia. Questo Taranto è in balia delle onde e solo tanto orgoglio e un pizzico di fortuna, potrebbero evitare altri tracolli come quelli di Avellino e Francavilla, ma oltre ad una svegliata da parte del gruppo squadra, la società, considerando anche la situazione critica con la piazza, tragga le sue conclusioni e provi ad ammettere i propri errori gestionali mettendoci la faccia, senza rifugiarsi e dimostrando di avere seriamente l’intenzione di portare il Taranto alla salvezza e di continuare un progetto serio, oppure manifestando una volta per tutte di non essere più in grado di sostenere economicamente le sorti calcistiche della città e mettendo in vendita pubblicamente il club.

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