Taranto-Foggia: un domino di fallimenti
Ciò che è accaduto al termine della gara disputata tra Taranto e Foggia porti tutti ad una profonda riflessione, nella speranza che si capisca una volta per tutte che il calcio è sport, passione e condivisione, non guerra e distruzione
Partiamo con una premessa. Ci siamo presi un paio di giorni per metabolizzare l’accaduto e per tirare le somme in maniera puntuale, cercando di toccare ogni punto con estrema precisione e con la più sincera obiettività. I presupposti per far sì che quella di domenica 4 Settembre fosse una giornata di festa c’erano tutti. La trepidante attesa per l’inizio della nuova stagione calcistica aveva portato a vivere una settimana di sperato e inaspettato entusiasmo, facendo registrare sold out nei settori di Curva Nord e Gradinata per la prima gara casalinga contro il Foggia. Ci si presenta allo stadio Erasmo Iacovone, quindi, con circa 10.000 spettatori paganti di fede rossoblu e sono attesi anche 250 sostenitori ospiti, possessori di Fidelity Card. Questo è il preambolo di quello che sarà poi il fallimento di una serie di situazioni.
Andiamo per step. Alle ore 20,45 il direttore di gara fischia l’inizio della partita che sancisce ufficialmente l’avvio del nuovo campionato di Serie C. L’atmosfera è di quelle da ricordare. Spalti gremiti, il ritorno del tifo organizzato con tanto di coreografia all’ingresso in campo delle due squadre, la Nord canta a squarciagola perchè le corde vocali si son riposate fin troppo ed è sicuramente il momento giusto per recuperare. La gara è piacevole, le due compagini si studiano senza sbilanciarsi troppo, tipico di quelle partite che hanno un peso non indifferente, nonostante sia appena la prima giornata. D’altronde si sa, Taranto-Foggia non è una gara come le altre. Per qualcuno il vero derby è quello con il Bari, ma quante volte si sono affrontate Taranto e Foggia nella loro storia calcistica? Beh, ben 37 volte. Il derby più giocato della storia rossoblu.
Si va negli spogliatoi con il punteggio parziale di 0-0 e tra un commento e l’altro sulla gara, una domanda è frequente sugli spalti: “dove sono i foggiani?”. Tra una chiacchiera e l’altra, il tempo scorre veloce e intorno alle 21,53 si riprende a giocare. Il Taranto attacca sotto la propria curva e inizia ad avere fiducia dei propri mezzi, prendendo in mano le redini del gioco. Intorno alle 22,10 eccoli arrivare, i tifosi ospiti fanno il loro marcio ingresso nel settore loro dedicato dello Iacovone. Torce, bombe carta e fumogeni lanciati direttamente sul terreno di gioco, fanno da cornice a qualcosa di ben più grave che nessuno potrà mai immaginare. Tra un sano coro di sfottò e un altro, il Taranto apre le danze con la rete di Antonini che fa esplodere il pubblico jonico. La gara si anima, finalmente ci si diverte e il Taranto la chiude con lo scatenato Kanoute che fa innamorare di sè in appena 45 minuti i suoi tifosi. Intorno alle 22,40 il direttore di gara esegue il consueto triplice fischio. Il Taranto batte il Foggia 2-0 e può partire la festa, dallo show di mister Capuano che ringrazia il pubblico per l’affetto, alla ritrovata pace con il presidente Massimo Giove che va sotto la curva, prende gli applausi e ringrazia con la mano sul cuore.
Facciamo, però, un passo indietro tornando al pre-partita. Già in questa fase della serata emergono i primi problemi organizzativi e, di conseguenza i primi quesiti. È normale che per il settore di Curva Nord, 4.000 persone su per giù abbiano a disposizione solo due prefiltraggi che creano un accumulo spropositato di gente accalcata l’un l’altra, senza alcun controllo approfondito dalle ore 20,00 in poi e per giunta permettendo l’ingresso nel settore di pubblico con biglietto di altro settore o addirittura senza nemmeno averlo? Sotto il punto di vista della sicurezza, è assurdo pensare di gestire l’affluenza di così tanta gente con così poco personale. Il problema, d’altronde, si ripresenta alla stessa maniera in fase di deflusso post-gara. Pensando a ciò che è successo, chi è responsabile della gestione del personale steward non si è posto nemmeno il minimo scrupolo pensando a cosa sarebbe potuto succedere se l’incendio fosse divampato per tutta la struttura?
Ma andiamo avanti, o meglio, torniamo alla gara. È evidente che i tifosi del Foggia siano entrati con ampio ritardo per dei motivi ben precisi che non sono stati resi noti pubblicamente dalle Forze dell’Ordine. A noi di cosa sia successo poco importa. Ciò su cui ci soffermiamo è altro, e sicuramente ben più importante. È mai possibile che venga tolto un tappo alla bottiglia di un bambino o venga controllata la borsa di una donna da cima a fondo, ma al contempo si riesca ad accedere all’interno della struttura senza il minimo problema con materiale esplosivo vietato per norma di legge? Di per sè l’ingresso sul settore ospiti dei tifosi foggiani è la rappresentazione più macabra e triste di questo sport. Se poi pensiamo a cosa sia successo successivamente, probabilmente viene difficile trovare le parole giuste per descriverlo.
Qui arriviamo al nodo principale della faccenda.
Punto primo: cosa ci faceva del materiale destinato alla costruzione di una struttura adibita ai Giochi del Mediterraneo all’interno del settore ospiti dello stadio Iacovone?
Punto secondo: chi ha dato, sempre se esista, l’autorizzazione a posizionare lì quel materiale e soprattutto, da quanto tempo è bloccato lì?
Punto terzo: com’è possibile introdurre così tanto materiale pirotecnico eludendo i controlli del prefiltraggio, nonostante il prolungato ritardo prima di fare l’entrata in scena? Forse foggiani e Fdo guardavano allegramente in compagnia la partita su Now Tv?
Punto quarto: cosa frulla nella testa di delinquenti che, con ignoranza e senza pensare a possibili conseguenze per sè stessi, hanno rischiato di rimanere come topi in trappola bruciati dalle fiamme?
Punto quinto: quanto si può essere imbecilli tanto da vantare il vile gesto sui social e con cori che recitavano “lo Iacovone non c’è più”?
Punto sesto: per quale motivo il Questore e la Digos non hanno vietato la trasferta ai sostenitori foggiani, a seguito dell’accesa rivalità tra le due piazze?
Punto settimo: per quale dannata ragione non sono presenti le Fdo all’interno degli stadi ma solo all’esterno di questi, specialmente in gare a rischio come quella in questione?
Punto ottavo: come mai l’incendio non è stato sedato prontamente dal presidio Vvf presente sul campo, lo stesso che ha spento i fumogeni lanciati sul terreno di gioco?
Si potrebbe andare avanti all’infinito, senza riuscire ad avere alcuna risposta. Ciò che crediamo fermamente, però, è che Taranto-Foggia sia il provato fallimento di un sistema obsoleto e inefficace come quello della Fidelity Card, un ripensamento sbagliato e arronzato della vecchia “tessera del tifoso”, che si è dimostrata, purtroppo ma finalmente, totalmente inutile. È il fallimento della giustizia sportiva in Italia, una delle poche nazioni tra le top 5 in Europa, calcisticamente parlando, in cui si verificano ancora fatti gravi come quello accaduto a Taranto, semplicemente perchè tutto è sempre passato inosservato e impunito. È il fallimento totale delle Fdo e della figura dello steward, perchè è impensabile permettere l’accesso di materiale vietato e pericoloso all’interno di una struttura dove ci sono famiglie e bambini, ma per giunta dove ci sono migliaia di persone che in condizioni più gravi avrebbero rischiato la vita.
Stando alle prime notizie in merito, il settore ospiti (Curva Sud) dello stadio Erasmo Iacovone sarà inagibile sicuramente fino a rifacimento dello stesso. Sono da verificare nei prossimi giorni possibili danni ad impianti elettrici e idraulici, nonchè l’agibilità dell’intero impianto sportivo. Il danno non è solo per Taranto e per il Taranto che aspetta di capire se potrà proseguire a disputare le gare casalinghe in casa propria, ma purtroppo, anche per gli amici di Brindisi che aspettano notizie rassicuranti sulla possibilità di disputare l’incontro contro il Catania valevole per la 2ª giornata proprio allo Iacovone. Secondo le notizie che abbiamo raccolto, inoltre, risultano danni relativi al materiale per la pista di atletica che ammonterebbero a €400.000, mentre danni strutturali per svariati milioni, ma resterà da capire chi dovrà mettere questi soldi per riportare a norma l’intero settore (Il Foggia? Una società assicurativa? Il Comune di Taranto? Nessuno?). Nel frattempo, nella mattinata di martedì 5 Settembre, l’incendio è divampato nuovamente, arrecando quasi certamente ulteriori complicazioni a quella che è già una situazione molto delicata e tragica.
Siamo schifati, arrabbiati e sconsolati. Confidiamo in una pena esemplare per chi ha fatto questo disastro. Confidiamo in una severa punizione anche per la società Calcio Foggia, responsabile della follia dei propri sostenitori, nonostante i comunicati di solidarietà, dovuti e per niente assolventi. Confidiamo nella giustizia, una volta per tutte, che metta fine a tutto ciò che non è calcio e che rovina l’intensa passione che questo sport favoloso ci regala e ci fa vivere.
Come si direbbe in questi casi, a Taranto, Taranto batte Foggia 2-0, ma la delinquenza distrugge il calcio.