Rush finale: è un film già visto?

Tornare subito alla vittoria per evitare un film già visto qualche anno fa. Il rush finale inizia con la gara contro la Juve Stabia che può rappresentare un passaggio fondamentale per iniziare ad archiviare la pratica salvezza, ma far questo serve urgentemente una scossa da parte di tutti

Foto: Taranto Fc 1927

Paradossalmente, nonostante un 2022 sempre più tragico con soli 6 punti conquistati e nessuna vittoria, il destino del Taranto in questo rush finale è ancora tutto nelle mani della squadra di mister Laterza. Domenica arriva la Juve Stabia che, con due gare in più, è a 6 punti dai rossoblù, per questo si può parlare a tutti gli effetti di scontro diretto. Più di qualche squadra ha archiviato la pratica salvezza e si gioca un posto nella griglia play-off, quello che tutti pensavamo potesse essere raggiungibile anche dal Taranto fino alla bellissima vittoria di Torre del Greco. 

Queste settimane che verranno saranno un crocevia decisivo per gli ionici. Domenica si gioca Fidelis Andria-Messina, dalla quale qualsiasi risultato potrebbe essere favorevole per garantire al Taranto, in caso di vittoria contro la Juve Stabia, un briciolo di sicurezza in più che però non deve significare “fermarsi nuovamente”. Mercoledì ci sarà un’altra partita difficile, il recupero in casa contro il Monopoli, ormai certo della presenza ai play-off e che, chissà, potrebbe anche giocarsi la gara in stile Bari-Andria, ma a buon intenditor poche parole. Comunque vadano queste due partite, il match più importante sarà quello di domenica prossima proprio contro il Messina, in terra siciliana. Assicurarsi lo scontro diretto vorrebbe dire salvarsi quasi matematicamente, ma prima bisogna pensare passo per passo, gara per gara. 

La conferma di mister Laterza alla guida del gruppo è sintomo che ancora tutto può essere recuperato e che il finale potrà essere quello che tutti ci auspichiamo. Gli errori del passato, forse, possono servire da esperienza, ma non tutto dipende da un condottiero che lo scorso anno è riuscito a vincere un campionato grazie ad un gruppo di uomini, prima che calciatori, che lo hanno seguito anche nei momenti difficili senza mai mollarlo. La stessa situazione sembrava potersi ripetere quest’anno, ma quel gruppo di uomini appare sparito e perso nel nulla.

Più volte ce lo siamo chiesti ma ancora non riusciamo a darci una risposta. Quel Taranto gagliardo, grintoso, pronto a sputare sangue pur di far felici i propri tifosi che fine ha fatto? Dopo la pesante sconfitta di Palermo era inevitabile che la contestazione iniziasse ad inasprirsi, ma non al punto di arrivare al lancio di uova e altri oggetti contro le macchine di tesserati e dirigenti. Gesto condannabile? Assolutamente si. Protesta giusta? Aggiungiamo anche sacrosanta. Nulla toglie però che, aldilà di questi episodi, la squadra deve già da domenica darsi una svegliata e tornare quella della prima metà di campionato, se si vuole evitare un finale già visto qualche anno fa e che con ogni probabilità significherebbe l’ultima pietra, forse tombale, sul futuro del calcio tarantino che negli ultimi anni ha già sofferto tanto e continua a mostrare continuamente limiti e difficoltà nell’emergere e seguire una linea progettuale che proprio non si riesce ad imporre con serietà e cospicuità finanziarie di un certo calibro. 

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