Taranto, bicchiere mezzo pieno o ancora mezzo vuoto?

Dopo 3 pareggi di fila ma comunque 5 risultati utili consecutivi ottenuti dal Taranto, l’obiettivo della salvezza non è ancora stato raggiunto e non bisogna per nessuno motivo mollare la presa. Una vittoria a Monterosi potrebbe avere significare un piede e mezzo nel prossimo campionato di C, con un occhio di riguardo ai playoff

Foto Taranto Fc 1927

Con l’1-1 casalingo della partita giocata contro il Campobasso, sale a tre il numero di pareggi consecutivi realizzati da questo Taranto, un po’ come successe più o meno nella stessa parte del girone di andata, quando gli ionici impattarono consecutivamente con Monterosi, Virtus Francavilla e Vibonese, prossime avversarie. Da una parte l’amarezza di aver regalato punti, in casa, a due dirette inseguitrici (Paganese e Campobasso), dall’altra il dato positivo del 5º risultato utile consecutivo, considerando le vittorie di dicembre contro Picerno e Turris.

Certo è che, nonostante l’obiettivo del Taranto sia ben diverso rispetto a quello che fin ora si sta ampiamente rispettando e man mano portando a termine, bisogna anche analizzare ciò che nelle ultime uscite, specialmente casalinghe, non ha funzionato. Dato lampante è sicuramente quello relativo ai calci di rigore falliti: ben 2 di fila nelle ultime 2 gare giocate allo “Iacovone”. Uno ciascuno per i due giocatori più prolifici, Giovinco e Saraniti, che non vanno assolutamente crocefissi poiché gli unici al momento a metter la palla in porta con una certa assiduità ed inoltre in quanto tra i leader dello spogliatoio. Ovvio che, quando però si tira poco in porta, concretizzare quelle poche opportunità a favore, come specialmente realizzare i penalty, può significare mettere in cascina punti preziosi per salvarsi quanto prima possibile ed ambire, perché no, ad una buona posizione nella griglia playoff. Anche perché, attualmente, sono già 6 i punti persi per colpa dei rigori sbagliati, in ordine Monterosi, Paganese e Campobasso, tutte concorrenti dirette per la salvezza.

Capitolo gioco. Non lo è mai stato e mai sarà spumeggiante il gioco offerto dalla compagine allenata da mister Laterza, contato negli uomini a centrocampo e non dotato di difensori centrali con la caratteristica dei cosiddetti “piedi buoni”. Il Taranto anche lo scorso anno spesso faceva dell’essere cinico la sua arma migliore, ma la serie C è diversa, ed un paio di tiri a partita sicuramente non bastano. A questo punto, colpa di cosa? Certamente il terreno dello “Iacovone” non facilita le cose. Giocare palla a terra diventa difficile e talvolta rischioso, perciò si opta per la soluzione del lancio lungo. Ma a tal proposito, perché non sfruttare la doppia punta e provare ad aggredire l’avversario con un pacchetto offensivo più robusto? Considerando il mea culpa di Laterza in conferenza post partita, probabilmente dai prossimi match vedremo qualcosa di nuovo nelle idee a partita in corso e soprattutto prima del solito 75’. 

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Altro discorso si potrebbe fare per quanto riguarda la condizione atletica e forse anche mentale della squadra. Partendo da quest’ultima, puramente suppositiva, l’aver inanellato già 33 punti a metà stagione non deve assolutamente far credere che l’obiettivo della salvezza sia stato già portato a termine. Di lavoro da fare ce n’è veramente tanto per mister Laterza e tutto il gruppo squadra, anche perché, valutando l’aspetto più oggettivo di questa dicotomia, la squadra fisicamente non è quella di un mese fa. Il lungo stop sembra aver inciso molto, specialmente su calciatori come Civilleri e Saraniti, dal fisico abbastanza imponente, ma anche come Marsili e Giovinco, dall’età avanzata. Giocare aiuterà a rimettersi in sesto e riprendere i ritmi visti qualche partita fa, ma l’imperativo deve essere sempre quello di non mollare mai la presa.

Infine, domenica il Taranto scenderà in campo a Viterbo contro il Monterosi orfana di Civilleri e Bellocq, entrambi squalificati per somma di ammonizioni. Numericamente i rossoblù sono contati in mezzo e la mediana sarà quasi sicuramente composta da Marsili e Labriola, a meno di sorprese, ma con Diaby ai box e Cannavaro che praticamente non ha quasi mai visto il campo, se il sig. Pacilli facesse un esame molto profondo della sua coscienza, sicuramente da professionista qual è, o almeno si spera lo sia ancora, riuscirebbe a capire il danno inflitto alla sua attuale squadra nel non aver dato la possibilità al direttore Montervino, a causa del suo egocentrismo, per non usare altri termini, di intervenire in un reparto spuntato ed ora più che mai in gran carenza di uomini. 

In conclusione, dopo questi 3 pareggi e con delle trasferte abbastanza impegnative e talvolta lunghe da affrontare, il bicchiere può considerarsi mezzo pieno o ancora mezzo vuoto? Proviamo a dare la nostra di riposta. Abbastanza pieno per quello che si è riusciti a fare ma non ancora da poter gridare “obiettivo raggiunto”!

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